Vino, Veronafiere-Vinitaly: al via oggi Wine to Asia a Shenzhen in Cina fino all’11 maggio con 120 aziende italiane e 400 da 30 paesi

Con 520 aziende da 30 Paesi di cui 120 cantine tricolori, inaugura oggi, 9 maggio 2024, a Shenzen Wine to Asia, la seconda edizione del Salone internazionale del vino e degli spirits organizzato da Veronafiere-Vinitaly. In calendario fino all’11 maggio al centro espositivo Futian, Wine to Asia si posiziona tra le più importanti rassegne di promozione del vino nella Greater Bay Area, il grande hub ad alto tasso di rapida espansione al mondo che comprende Hong Kong, Macao e nove città della provincia di Guangdong tra cui Shenzhen.

 

Taglio del nastro Wine to Asia

 

Nove le hall espositive in rappresentanza di altrettanti Paesi produttori (Italia, Cina, Serbia, Slovenia, Argentina, Georgia, Uruguay, Messico e Sudafrica), con la delegazione tricolore che si conferma come la più numerosa in una manifestazione di settore in Asia. Infatti, sono 50 le imprese del ‘padiglione Italia’ firmato da Ice Agenzia, mentre le ulteriori 70 – tra cui il Consorzio di tutela Franciacorta – sono diffuse negli altri spazi della rassegna.

Una partecipazione di forte impatto del nostro Paese, come ha sottolineato l’Ambasciatore d’Italia in Cina Massimo Ambrosetti intervenendo alla cerimonia di apertura: «La cultura italiana è un aspetto essenziale per la promozione delle eccellenze mede in Italy, definisce la nostra identità. Siamo naturalmente legati a una dimensione di civiltà di cui il vino è forse l’elemento più iconico. In Cina questo viene particolarmente apprezzato, nello specifico dalle giovani generazioni affascinate dalla nostra storia e dalla sua cultura enogastronomica millenaria, fortemente legata alla varietà dei territori, una ricchezza straordinaria che ci distingue, affascina i cinesi e incide positivamente sul mercato. Il nostro Paese si conferma protagonista assoluto a Wine to Asia 2024: piattaforma fondamentale per gli operatori internazionali del settore vinicolo per far crescere il loro business nella Cina meridionale».

 

Massimo Ambrosetti, ambasciatore d’Italia in Cina

Per il presidente di Veronafiere, Federico Bricolo: «L’adesione delle nostre aziende alla campagna di incoming dall’Italia realizzata dai delegati di Veronafiere e Ice Agenzia dimostra il costante interesse verso quest’area geoeconomica, da considerare ancora come un mercato potenziale. Per questo il presidio risulta oggi ancora più fondamentale alla luce di alcuni segnali di cambiamento, a partire dai risultati delle importazioni di vino italiano nel primo trimestre di quest’anno che tornano in terreno positivo sul fronte del valore con un +4%.  Inoltre, crescita del prezzo medio e una maggiore ricerca di prodotti qualitativamente alti e di forte espressività territoriale, specie nel fuoricasa, sono le sentinelle di una possibile inversione di tendenza da cogliere».

 

Federico Bricolo, presidente di Veronafiere

 

Anche per questo, la promozione passa da opinion leader come Liu Fangfei, tra le più conosciute giornaliste televisive cinesi e influencer con milioni di follower che ha dedicato numerosi servizi a tema cultura e vino, in particolare a quello italiano, alla quale è stato consegnato il riconoscimento Vinitaly Award 2024 «a testimonianza dell’impegno nella divulgazione dei valori espressi dal settore enogastronomico e vitivinicolo del made in Italy».

La Greater Bay Area (Gba) è un mercato fondamentale, con quasi il 40% delle merci cinesi in transito. Un’area decisiva – rileva l’Osservatorio Uiv-Vinitaly – anche per l’import enologico: nel 2023, oltre il 40% degli ordini di vino italiano diretto in Cina e nelle 2 ex colonie hanno trovato sbocco nella Gba, quota che sale al 64% se si considera l’import cinese complessivo di vino. Un’area fortemente connessa con tutto il Far East ma strategica anche in relazione al solo mercato del Dragone: la sola provincia di Guangdong (circa 80 milioni di abitanti) registra il 25% delle importazioni totali di vino tricolore in Cina.  Il mercato cinese di vino sta velocemente mutando pelle: ai cali scontati nell’ultimo triennio fa da parziale contraltare la tendenza di una domanda maggiormente qualitativa, con un relativo consistente aumento del prezzo medio del vino italiano negli ultimi 18 mesi. Euromonitor stima un incremento al 2027 delle vendite di vini fermi del 3,7%, con crescite sopra media per i rosati e per i rossi, che rappresentano il 76% dei consumi cinesi. Ma la vera scommessa potrebbe rivelarsi, anche nel Dragone, la tipologia spumanti, con un incremento in valore stimato da Euromonitor nel medio periodo del 57%. Un trend positivo che – rileva l’Osservatorio Uiv-Vinitaly – potrebbe essere già iniziato: nel primo trimestre 2024 l’import di sparkling italiano è cresciuto in valore del 32%, con un’incidenza sul totale delle vendite tricolori in Cina salita all’11%.

 

 

A Wine to Asia, che attende di bissare gli oltre 15mila buyer provenienti dall’area del Far East, sono sei le aree focus che completano l’offerta della manifestazione: Top 100 Chinese Wines Lounge by Lili Zhu; Hey Whisky; Living Wine, area internazionale dei vini naturali, con l’esordio dei produttori di Vi.Te; Champagne Lounge; Hunter Galleria e la Vip Lounge con il Consorzio Grana Padano in veste di partner esclusivo. Presenti anche i quattro principali importatori di vino italiano (Globally, Zefiro, Sarment e Interprocom) e De Longhi con un nuovo format dedicato all’home design.

Per il direttore generale di ICE Agenzia Guangzhou, Massimiliano Tremiterra: «Shenzhen, nella provincia di Guangdon, è la città che rappresenta il più alto tasso di crescita in Cina. I prodotti agroalimentari e il vino italiano trovano qui un’attenzione particolare. Approviamo e supportiamo la scelta di Veronafiere di organizzare in Shenzhen una fiera per la promozione del vino made in Italy. Riteniamo strategico colaborare per portare a Wine to Asia importanti aziende italiane: è fondamentale essere presenti e promuovere la cultura dei prodotti italiani in Cina. Questo tipo di investimenti è necessario perché il potenziale di crescita di questo mercato è ancora molto alto, si deve lavorare sulla diffusione della nostra cultura in senso generale, serve fare conoscere meglio l’Italia insieme alle sue eccellenze enogastronomiche».

Per quanto riguarda i contenuti, la tre giorni al Convention center offre un cartellone di circa 40 eventi tra seminari, tasting, pop up talk e un programma di masterclass guidate, alternativamente o in combo, da un trio di MW (Andrea Lonardi, Cassidy Dart e Julien Boulard), dall’unico Master Sommelier in Cina, Lu Yang e dal wine educator JC Viens.

All’inaugurazione di Wine to Asia hanno partecipato, oltre all’Ambasciatore d’Italia in Cina, Massimo Ambrosetti e al presidente di Veronafiere, Federico Bricolo, anche: Valerio De Paolis, Console generale d’Italia a Guangzhou; Massimiliano Tremiterra, Ufficio Ice Agenzia a Guangzhou; Lorenzo Riccardi, Camera di commercio Italia-Cina; Gianni Di Giovanni, Camera di commercio europea in Cina oltre al managing director di Shenzen Pacco Communication, Alan Hung e ai rappresentanti diplomatici delle altre nazioni espositrici.

Paesi espositori hall ufficiali: Argentina (promosso dal Consolato argentino a Guangzhou e Wines of Argentina); Cina e paesi eurasiatici (China Eurasian Business Council); Georgia (LEPL National Wine Agency); Italia (Ice Agenzia); Serbia (Open Balkan – Wine Vision); Slovenia; Uruguay (Consolato Uruguay a Guangzhou); Sudafrica e Yantai.